Gemellaggio con la Scuola Materna
del VILLAGGIO DI MAZORIA
IL PROGETTO
Ethiopia, Southern Nations and Nationalities People
Emdiber Eparchy/Shebraber Parish
Suore Francescane Missionarie di Cristo. Ethiopia
Progetto a sostegno della Scuola Materna VILLAGGIO DI MAZORIA
CONTESTO
Nella regione del Guraghe, a sud della capitale Addis Abeba, le famiglie sono interamente sostenute dal lavoro e dall’opera delle donne. Le difficoltà nel procurare e garantire il cibo quotidiano ai propri figli sono tali che le mamme arrivano a privarsi del cibo per darlo ai propri figli. La fame e la miseria sono accettati come normali e ineluttabili nella loro vita
La malnutrizione è diffusa, e interessa soprattutto mamme e bambini. Gli uomini sono spesso emigrati nella capitale, ad Addis Abeba, dove fanno lavori di tutti i tipi senza peraltro riuscire a mandare soldi a casa. Rientrano al villaggio saltuariamente e mettono al mondo altri figli spesso contagiando le moglie di AIDS e altre malattie sessualmente trasmissibili.
In questo contesto L’EPARCHIA(Vescovado) di Emdiber si è focalizzata:
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sulla promozione dello sviluppo delle donne, da cui sono convinti possa scaturire lo sviluppo dei bambini e delle famiglie (progetto di microcredito);
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sulla scolarizzazione dei bambini di entrambe i sessi, implementando soprattutto quella della bambine, attualmente escluse dalla scuola ;
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sulla salute, con l’attivazione di una “Health Clinic” che offre il primo intervento ad adulti e bambini e il parto assistito.
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La popolazione di Shebraber ha dato vita a piccole attività commerciali per incrementare le magre entrate quotidiane. Per questo piccolo commercio le donne si recano a piedi nei mercati locali, con la loro merce sulle spalle, che supera spesso i 10-15 Kg, facendo tragitti di parecchi chilometri, lontano dalle loro case.
I bambini se piccoli sono portati sulle spalle e condividono la vita delle loro madri sino all’età di 3 anni; se più grandini, restano a casa ad accudire gli animali già a 3-4 anni , e procurare l’acqua che sgorga dal pozzo(quando c’è) al centro dell’agglomerato di capanne di fango e paglia (Tukul) o al fiume, con taniche di plastica commisurate alle dimensioni del bambino. Per fare questo, stanno molte ore soli o in piccoli gruppi di coetanei.
In questo contesto la creazione di Scuole Materne, non previste dal piano di Educazione Governativo, è fondamentale, perché accoglie i bambini dai 3-4 ai 6 anni, offrendo loro una educazione igienica e scolastica, cibo, che per alcuni costituisce l’unico pasto dell’intera giornata, e i primi rudimenti di matematica, inglese, e della lingua più diffusa nella regione.(in Etiopia esistono più di 90 idiomi locali)
Nel Parrocchia di Shebraber il Vescovado ha creato due Scuole Materne, una accoglie 140 alunni che solo dal 2015 possono usufruire di ambienti idonei, costruiti grazie alle donazioni dell’associazione Nuova Famiglia di Selvazzano (PD), e una seconda a un paio di chilometri di distanza nel piccolo villaggio limitrofo, Mazoria.
La Scuola Materna di Masoria accoglie 105 bambini dai 3-4 ai 6 anni, dispone di locali nuovi, accoglienti e ben strutturati, costruiti grazie a due Associazioni Italiane (Padova Hospitale che fa capo all’Università di Padova e al suo Ospedale) e” Medici dell’Alto Adige per il mondo” .
In questa Scuola Materna, Sister Sablem, responsabile della gestione e dei programmi educativi, ha individuato 10 bambini, poveri tra i poveri , a cui è indispensabile offrire aiuto a distanza, per sostenerli nel suo percorso scolastico assieme al suo nucleo famigliare.
Anche agli altri bambini che frequentano la Scuola Materna è comunque necessario garantire la colazione, che viene servita a metà mattina con pane, a volte biscotti o una farina di fagioli e thè, e il materiale di cancelleria, le divise e tutto ciò che serve ad una Scuola.
La colazione per molti di loro, e non solo per i 10 più poveri, è un pasto fondamentale a volte l’unico della giornata.
(gli stipendi degli Educatori sono garantiti per ora dal Vescovado)
Progetto di aiuto a distanza per i singoli bambini e i loro familiari :
il progetto prevede la firma di “una carta di adesione” predisposta dall’Associazione “Nuova Famiglia” di Caselle di Selvazzano, che ha una esperienza decennale negli aiuti a distanza in Etiopia e non solo, con l’impegno di fornire aiuto economico per 3 anni, pari a 130 Euro /anno, per bambino (12 euro circa al mese, meno di 50 centesimi /die).
Con questa cifra si riesce a garantire cibo, divisa per la frequenza a scuola, materiale didattico e di cancelleria e sostegno economico alla famiglia di origine e un voucher per l’accesso all’ospedale nel caso il bambino si ammali gravemente.
Al donatore viene fornita la foto del bimbo con le sue generalità e sarà cura di Sister Sablem, responsabile della Scuola, fornire un report annuale che attesti la frequenza del bambino a Scuola e i suoi progressi.
Progetto di aiuto a distanza della SCUOLA nel suo insieme
Il progetto prevede sempre la firma della carta di Adesione con l’impegno di fornire aiuto per 3 anni, sempre pari a 130 Euro/anno, ma questo contributo viene impiegato da Sister Sablem per l’intera comunità scolastica, per l’acquisto del pane, biscotti e pappa di fagioli, materiale di cancelleria e quant’altro serve alla Scuola.
Dall’esperienza fatta in altre scuole materne della regione, si è visto che un aiuto a distanza di 130 Euro all’anno per almeno il 50% dei bambini che frequentano la scuola, garantisce la sostenibilità dell’intera Scuola. Per la Scuola di Mazoria, basterebbero aiuti per 55 bambini.
Sister Sablem ha un sogno :
Disponendo di un grande terreno appena fuori dell’attuale recinzione della Scuola, potendolo recintare (cosa indispensabile perché gli animali notturni, soprattutto le Iene distruggono i raccolti), vorrebbe seminarlo a grano e teff (miglio locale indispensabile per fare l’Engera, pane locale), facendosi aiutare da un contadino locale. Dalla vendita del raccolto potrebbe trarre sussistenza per la Scuola in modo da creare una sostenibilità, al di là delle donazioni internazionali.
Sempre nello stesso terreno farebbe preparare un orto dove i bambini potrebbero imparare a seminare e coltivare, aspetto questo molto importante in una regione, il Guraghe, rurale ma non dedita all’agricoltura, bensì al piccolo commercio.
Per realizzare questo sogno è assolutamente necessario recintare il terreno e la costruzione del recinto ha un costo che per ora non è coperto da alcuna donazione.